12 novembre 2008

Chirurgia estetica

Ogni tanto, diciamo un paio di volte l'anno, la signora Mara medita seriamente di sottoporsi a qualche operazione di chirurgia estetica. Ovviamente tutto finisce in un nulla di fatto, ma io devo comunque sopportare per qualche giorno le sue continue lamentele e rassicurarla sul suo fascino. "Hectorino caro" - mi fa con voce mogia - "Ma secondo te ho il culo cadente? Dimmi la verità ti prego...". Alzo lo sguardo dal mucchio di patate che sto pelando per la cena e subito rispondo: "Ma lei signora sempre in forma per avere l'età che ha, essere ancora tonica". E qui iniziano subito i primi problemi: "Fammi capire bene Hector, con 'ancora tonica' vuoi dire che prima o poi non lo sarò più? Oppure rimarchi che, data la mia età, non posso chiedere di meglio?". Sudo freddo e per poco non mi affetto un dito: "Io non capire sfumatura di lingua italiana... Io significare che lei non ha sedere troppo floscio". "Allora è un pò floscio ma non troppo? E poi scusa sai, ma la parola sedere è proprio desueta! Io ho detto culo perché lo intendo come strumento seduttivo e non come parte anatomica" - ribatte, e poi aggiunge: "Tocca tocca, senti che marmo di Carrara" - io tergiverso, e lei stizzita: "Palpami il culo perdio! Ora!". Allungo la manina sulle chiappone e ne saggio la consistenza. "Ma il signore suo marito cosa pensare?" - azzardo, e lei: "Ma quello non mi tocca neanche con la canna da pesca! Altrimenti perché sarei così depressa? Eh? Dimmelo..." - e mi si avvicina sbattendo le palpebre ripetutamente come un'attrice degli anni '20. "E vogliamo parlare del davanzale?" - mi domanda a bruciapelo. "Io pulito tutte finestre la settimana scorsa" - mi difendo subito, ma come al solito non ho compreso la sfumatura di lingua: "Cosa c'entrano le finestre? Aaah il davanzale! Non hai capito un cazzo, come sempre. Intendevo il seno, le mammelle! Guarda il decollete e dimmi cosa vedi". Annaspo per la cucina aprendo i vari sportelli in cerca di questo fantomatico decollete, ma la signora mi attira a se con forza ficcandomi la testa fra le poppe. "Mannaggia a me che ti ho assunto! Vedi come sono cadenti? Devo tirarle su, ho bisogno di un lifting...". A mala pena riemergo paonazzo da quel mare di ciccia, ma non è finita. "Le cosce avrebbero bisogno di una bella liposuzione per eliminare tutta la buccia di arancia. Senti, tocca, non sono lisce come vorrei" - e mi guida la mano sotto la gonna sfregandosela sulle gambe. "Oooh Hectorino che mano calda hai..." - sibila con espressione da vongola trascinandomi la mano fino all'inguine: "Ti prego possiedimi qui, adesso, sul tavolo ingombro di ortaggi". "Ora io preparare cena per stasera, non potere..." - cerco di spiegare con voce implorante, ma intanto le sue mani hanno già tirato fuori il mio pisello e lo manipolano onde richiamare un filo di sangue nei corpi cavernosi. "Ti prego scopami prima che rientri mio marito, fammi sentire donna nonostante i difetti fisici" - e così dicendo si distende sul tavolo allargando le gambe e mostrandomi la passerona pelosa. La penetro velocemente e mi dimeno dentro di lei rassicurandola: "Lei signora stare tranquilla perchè non avere bisogno di chirurgia estetica, lei a posto così" - queste sono le parole che vuole sentirsi dire, e infatti nel giro di pochi secondi esplode in uno dei suoi rumorosi orgasmi multipli. "Hectorino se non avessi te come farei? Sei tu il mio bisturi estetico!" - mi trilla con aria da gatta e poi aggiunge: "E ora al lavoro che stasera abbiamo 12 persone a cena, l'hai scordato?". Mi rimetto al lavoro a capo chino felice di aver ricostruito l'autostima della signora, in fondo le devo molto, forse tutto.

4 novembre 2008

One fine Sunday in the Chianti Shire

Personalmente sono astemio e questo la signora Mara lo sa benissimo, ma una quindicina di giorni addietro, durante una gita nel Chianti, ha voluto farmi bere per forza, la maledetta! "Bevi Hectorino questo nettare divino" - diceva mezza brilla mentre mi versava in gola bicchierate di novello. "Io problemi, lei sa. Ubriaco presto e poi straparlare di fatti e cose spiacevoli..." - cercavo di spiegarle mentre trangugiavo il liquido rosso, ma lei niente: "Ma cosa vuoi straparlare povera creatura che non sei altro!". Eravamo seduti attorno ad un tavolo, ospiti nella tenuta del marchese Frescoboni, che già conoscete, invitati alla degustazione del 'vino novo' come dicono i Toscani. Erano presenti amici ed amiche della signora Mara e tutti si divertivano a stuzzicarmi con domande maliziose: "Ma le donne filippine sono troie, la danno?" - chiede Mirello Lupis, e subito ribatte la De Pisis: "Ma a lui chi vuoi che gliela dia? Manco l'avrà mai vista! Ah ah ah... Magari è frocio". Mentre parlavo la lingua si scioglieva sempre più e l'alcool mi faceva pian piano perdere il controllo . "Ma com'è loquace oggi il nostro Hector!" - trilla ad un certo punto la signora Mara, aggiungendo con tono canzonatorio: "Quando siamo soli non parla mai con me... Vero tesoro?". "Per forza, avere sempre bocca occupata a leccare sua passera!" - esclamo. Sugli astanti cala un silenzio tombale tra sguardi imbarazzati e risolini soffocati. Tento una spiegazione ma non trovo i termini giusti: "Io non volevo dire che signora Mara costringere me a conigli... a conigli... Come voi dire...". "Pezzo di cretino idiota!" - esclama la signora Mara quasi in lacrime: "Macché conigli, semmai si dice cunilingus, ignorante! Adesso voglio che tu risponda a questa domanda: Ti ho mai chiesto di sottostare alle mie voglie o giacere con me?" - chiede scuotendo la testa come per dire no e guardando gli amici con occhi imploranti. Tento di elaborare la domanda e rispondo: "Io spesso sottostare, ma anche stare sopra per pompare meglio... Giacere si, ma anche in piedi accaduto, come quella volta che...". "Zitto zitto! Ma che dici? Hai bevuto filippino del menga. Ma tu guarda questo..." - mi blocca la signora mettendomi una mano sulla bocca. "Scusatelo ha bevuto troppo. Adesso vai in bagno e cerca di vomitare e rimetterti in sesto, che devi anche guidare" - mi ordina allontanandomi dal tavolo. Mentre mi avvio sento le disperate spiegazioni che la signora dà agli amici e, anche se non le ricordo, mi sembra proprio che riesca ad essere convincente. In bagno riacquisto un pò di lucidità ma mentre sto per uscire qualcuno bussa alla porta: "Sono io Hector, la contessa De Pisis. Fammi entrare che devo ancora ringraziarti per quella volta che mi hai tolto dall'imbarazzo" (si riferiva al clistere che le feci, salvandola da esplosione sicura). Apro e subito mi salta addosso: "Mandrillone filippino. Ho sempre sospettato che ti scopassi la Mara. Ti prego lecca anche me che sono tanto insoddisfatta!" - mi sibila con voce da furetto. "Io non potere. Ora andare a scusarmi da signora Mara per imbarazzo" - spiego, ma lei: "Adesso la Mara è incazzata come una scimmia cappuccina e medita di licenziarti, ma se vuoi posso mettere una parolina buona... A me dà ascolto... Però devi essere carino con me...". Accetto il patto in lacrime maledicendomi per la situazione e, mentre lei si siede sul water alzando la gonna e calandosi i mutandoni, inizio a mulinellare la lingua sulla vulva della vecchiaccia. Adesso dopo quasi tre settimane, la signora Mara si è calmata e mi rivolge di nuovo la parola. Inutile dire che non ha mai smesso di fare certe cose con me...