15 gennaio 2008

Al maneggio

La signora Mara, a dispetto del suo peso oversize, è una provetta amazzone. Appassionata di equitazione e cavalli, frequenta un maneggio sulle colline della città dove spesso, in veste di domestico tuttofare, mi trovo ad accompagnarla e seguirla nella sua attività. La aiuto a portare la borsa con i finimenti, le tengo fermo il cavallo mentre lei lo accudisce e sbrigo delle piccole incombenze. Purtroppo, vuoi per l'aria agreste, vuoi per il contatto con la natura o per l'odore di equino, la signora spesso si lascia andare e tenta di possedermi in maniera selvatica, consona al luogo. L'episodio che ora vado a narrare sarebbe dovuto rimanere segreto a causa della vergogna che mi ha provocato, ma ho deciso di raccontarlo lo stesso per farvi capire in che condizioni io, povero Filippino con problemi di permesso di soggiorno, sono costretto a lavorare. In un tardo pomeriggio autunnale la signora Mara era appena smontata dal suo baio preferito e dava evidenti segni di eccitazione: -"Che bestia, bellissima! E poi che potenza nel salto... Un fascio di muscoli sempre pronti allo scatto. Che ne pensi, Hector, dico bene?". Rispondo sottotono per non fomentare eventuali situazioni: -"Io non so signora, io mai guidato cavallo. Ma se lei dice, io credere". E lei: -"Bifolco di un filippino, per i cavalli si dice montare non guidare! Ma tu senti questo! Ancora non ha imparato niente, vero Vargas? Gli insegniamo qualcosa noi adesso...", rivolgendosi al cavallo che prontamente annuisce con aria sorniona. Poi di scatto la signora Mara mi fa inginocchiare e mi costringe in posizione a quattro zampe, mi passa una lunghina attorno al collo e si siede sulla mia schiena. Mi sforzo per reggere il peso mostruoso che mi sovrasta, mentre lei con gli speroni mi trafigge i fianchi incitandomi: -"Ah ah ah fatti domare bel cavallino... Poi ti facciamo castrare così non importunerai più le cavalle!". I cavalli della scuderia erano tutti affacciati ai loro box e, sarà stata una mia impressione, stavano ridendo mostrandomi i loro dentoni gialli. Poi, dopo qualche colpo di frustino, non ancora appagata scende dalla mia groppa e con una spinta mi butta disteso sul pagliericcio, armeggia con i miei pantaloni denudandomi dalla cintola in giù. e con occhio libidinoso si cala i calzoni e si siede sul mio pube depilato (per motivi igienici noi filippini ci depiliamo). "Adesso ti cavalco alla mia maniera, brutto zozzone. Dai, rizza il baccello e trafiggimi. Ooh si, sento muovere qualcosa...". Dopo un pò di sfregamento il mio pisello ha un piccolo moto erettivo sufficiente a soddisfare la donna. "Ah come godo, sono la tua lady Chatterley..." sibila lei, dimenandosi come una lontra in calore. Nel mentre sentiamo la voce dello stalliere marocchino dall'altro capo delle scuderie: -"C'è qualcuno? Chi è che si lamenta?". La signora prontamente si ricompone con ancora la cicalona grondante di umori e si rivolge all'uomo: -"Omar sono io, presto venga che Hector ha bisogno di soccorso...". Tento di alzarmi mettendomi carponi; Omar mi becca a quattro zampe con il posteriore scoperto e mi lancia uno sguardo concupiscente. "Tu no guardare mio culo, tu marocchino io so cosa pensi adesso..." dico, ma la signora Mara interrompe: -"Vado una attimo nella club-house a fare una telefonata. Omar aiuti lei il povero Hector!". E il marocchino malvagio: -"Ci penso io non si preoccupi...". L'ultima immagine che ho davanti agli occhi è la signora Mara che si allontana sghignazzando mentre Omar si cala la lampo della tuta da lavoro. Poi, il buio.

1 commento:

Giulia4U ha detto...

UN applauso ad Omar! ^__^ kisssss